Cosa ha da dire la Chiesa sull'Intelligenza Artificiale (Seconda Parte)
L’attualità delle riflessioni sull’Intelligenza Artificiale non esula dall’indagare quale visione dell’uomo scaturisca dall’insegnamento della Chiesa Cattolica e quale approccio questa abbia maturato
L’attualità delle riflessioni sull’Intelligenza Artificiale non esula dall’indagare quale visione dell’uomo scaturisca dall’insegnamento della Chiesa Cattolica e quale approccio questa abbia maturato lungo gli ultimi decenni rispetto alla tecnologia e alle sue innovazioni più sofisticate.
A tale riguardo propongo una riflessione sintetica di questo “percorso” in due parti - la prima è uscita la settimana scorsa ed è disponibile a questo indirizzo - che è tratto dal mio libro Anima digitale. La Chiesa alla prova dell’Intelligenza Artificiale:
PRIMA PARTE
1. Introduzione
2. Le macchine sono in grado di pensare?
3. Che ne sarà dell’uomo?
SECONDA PARTE
4. Quale impatto delle tecnologie sull’individuo
5. Di cosa è preoccupata la Chiesa
6. Quale visione dell’uomo portare avanti
7. Bibliografia
4. Che ne sarà dell’uomo?
Trent’anni dopo, la domanda non è più se queste applicazioni tecnologiche così in evoluzione saranno veramente in grado di passare all’ambito operativo concreto, ma se le persone non abbiano piuttosto ormai ceduto ad esse il monopolio delle proprie esistenze, creando agli uomini non pochi problemi o sfide. Di fronte alla pervasività di tutti gli strumenti tecnologici che abitano il nostro presente e che ci assistono in tante operazioni quotidiane (dal comunicare con i familiari al raggiungere una destinazione, dall’esprimere un’opinione a presentare la dichiarazione dei redditi) gli interrogativi di fondo che si palesano riguardano il «che ne sarà dell’uomo»: sarà (è) più libero o più schiavo? Più umanizzato o più alienato? Più socializzato o più solo? Comprenderà di più o sarà ancora più smarrito? (“Il futuro è arrivato”, 2019).
Senz’altro, sono stati accesi i riflettori su nuove e più sofisticate tematiche, oltre a quelle evidenziate poc’anzi, tra cui la pervasività degli assistenti vocali di ultima generazione (vedi Alexa, Google Assistant & co.), definiti dei veri e propri «maggiordomi», i veicoli a guida autonoma, la «digital agriculture», le più sofisticate «armi letali» anch’esse autonome, le conseguenze sul mondo del lavoro (dove in ogni caso gli allarmi sulla «fine del lavoro» vanno ridimensionati, perché più che l’impiego viene a mancare la specializzazione per certi tipi di attività) (Quintarelli, 2020).
Di fronte agli sviluppi nel campo dell’efficienza e dell’innovazione, si fa dunque pressante la domanda legata alla responsabilità – che poi del resto è sempre personale, individuale e mai tecnica o artificiale – e alla necessità di «governare» questi strumenti. Ed è questa la nuova frontiera della discussione sull’IA, al di là del funzionamento e della composizione strutturale dei molteplici artefatti. Frontiera su cui si è misurata, almeno a partire dagli ultimi decenni, anche la Chiesa Cattolica.
5. Di cosa è preoccupata la Chiesa
Ma cosa è l’uomo? Ecco una delle domande che rimandano alla notte dei tempi. La tradizione biblica ne accenna una risposta alquanto dettagliata in riferimento anche al Creatore dell’uomo, risposta che è possibile rintracciare nel Salmo 8, tratto dalla più ampia raccolta di 150 preghiere che nella Bibbia ebraica e cristiana vanno sotto il nome di «Libro dei Salmi».
In questo testo, in particolare, mentre si accenna alla magnificenza del Creato, l’autore si domanda cosa possa mai essere l’uomo, creatura indubbiamente molto più contenuta dell’estensione del cielo e ancor meno appariscente rispetto alla luna e alle stelle. Eppure, riflette l’orante, questo «figlio dell’uomo» è stato fatto «poco meno degli angeli», coronato «di gloria e di onore» e – cosa ancora più eccezionale – dotato di un esclusivo «potere sulle opere» di tutta la creazione, che viene interamente posta «sotto i suoi piedi».
Insomma, una creatura così fragile ed esigua viene dotata di una dignità suprema. Il punto è che questa concessa signoria potrebbe essere interpretata in maniera errata ed egoistica, trasformando l’uomo in un «folle tiranno» più che in un «governatore saggio e intelligente», come ha commentato in una delle sue catechesi Papa Giovanni Paolo II – Karol Wojtyla (Giovanni Paolo II, 2002).
Qui si inserisce tutta la riflessione che la Chiesa e il Magistero ecclesiastico hanno fatto lungo i secoli a proposito della custodia dell’armonia e della bellezza di tutta la creazione che Dio ha affidato all’uomo, affinché «ne usi ma non ne abusi, ne faccia emergere i segreti e sviluppare le potenzialità» (ibidem).
In questa cornice è possibile intravvedere anche tutta la «responsabilità» che deriva all’individuo nel cammino di comprensione e sviluppo delle tecnologie in generale e dell’Intelligenza Artificiale in particolare, considerate senza dubbio anch’esse frutto di un ingegno primigenio che è stato instillato nell’impronta specifica di ogni essere terreno.
I filosofi, più che domandarsi «cosa è l’uomo?» si sono chiesti piuttosto «chi è l’uomo». La risposta a questo interrogativo pone senz’altro le premesse per una giusta comprensione e utilizzo di tutte le potenzialità che gli sono state affidate, preoccupazione che sta a cuore all’insegnamento della Chiesa, come si diceva poc’anzi. In questa prospettiva si inserisce la concezione «personalista» dell’essere umano, che ha cominciato a diffondersi con l’avvento del cristianesimo e a cui ha dedicato molti studi il filosofo Karol Wojtyla, prima ancora di diventare Papa. Evidentemente, lungo il suo Magistero ne ha potuto accentuare ancora di più l’insegnamento.
Per Wojtyla, la persona è «qualcosa di più della natura individualizzata». La sua pienezza, infatti, ha a che fare piuttosto con «unicità e irripetibilità». In questo senso, l’uomo è inteso come «soggetto dell’esistenza e dell’azione» (Wojtyla, 1982). Ciò ne identifica anche la piena dignità, configurando l’individuo come «degno di tutto ciò che gli è dovuto per natura» (Ferrari, 2022), uno status che non si perde poiché si è preziosi «in sé» e non soltanto per gli altri. Resta la possibilità, come sottolinea Aparecida Ferrari, di poter perdere, mediante un esercizio cattivo della libertà, la dignità morale, che comunque non cancella quella sostanziale.
6. Quale visione dell’uomo portare avanti
Fatte queste premesse, risulta più semplice addentrarsi nel percorso di analisi della visione dell’uomo che scaturisce dall’insegnamento della Chiesa e dell’approccio che questa ha maturato lungo gli ultimi decenni rispetto alla tecnologia e alle sue innovazioni più sofisticate. Questo “cammino” prevede senz’altro i pronunciamenti degli ultimi Pontefici in tale ambito.
Per il loro legame sia con il mondo ecclesiastico che con quello dell’editoria e della comunicazione, va anche individuata una traiettoria comune che emerge dalla lettura di specifiche pubblicazioni e rubriche apparse negli ultimi anni su testate specializzate (ad esempio “La Civiltà Cattolica”). Non sarebbe completo un simile lavoro di analisi senza una raccolta documentale dell’insieme delle iniziative realizzate nei tempi recenti da alcuni Organismi della Santa Sede dedicate espressamente al tema dell’IA, come la Pontificia Accademia per la Vita o le Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze Sociali.
Una rassegna di questo dinamismo è stata raccolta, come si diceva, nel mio libro Anima Digitale. I risultati emersi dimostrano che l’antropologia cristiana è portata a ribadire che l’uomo, oltre ad essere stato creato a immagine e somiglianza di Dio, racchiude non solo la dimensione corporale ma anche quella dello spazio e del tempo, capace di vivere una serie di esperienze che lo rendono unico tra gli altri esseri viventi.
C’è poi la questione dell’agire libero con decisioni prese in maniera cosciente e consapevole, e ciò può avvenire solo nelle relazioni con altri simili. A differenza delle macchine, insomma, l’uomo è in grado di mettere anche in discussione i principi e i criteri con cui decide, fermo restando che questa dinamica la può applicare nel momento in cui progetta e programma un sistema di IA, pur avocando a sé tale caratteristica cognitiva propria. In tutto ciò si gioca, praticamente, la dignità umana.
Giovanni Paolo II, oggi Santo, con la sua formazione di indole filosofica, ha puntato evidentemente di più sulle questioni antropologiche, invitando a porsi di fronte alle rivoluzionarie scoperte della tecnica «con vigile allenamento all’ascetica», ben soppesando la responsabilità sociale e internazionale rispetto agli stessi progressi. È il Papa che suggerisce inoltre libertà di giudizio e scelta, uno spirito di servizio e la salvaguardia della dignità dell’uomo.
Con Papa Francesco si è già nell’epoca in cui le scoperte sono maggiormente evolute, per cui l’inquietudine della Chiesa assume più un carattere sociale, pur ribadendo con insistenza l’utilità di discernere questi cambiamenti «con coscienza morale» e regolamentarne l’impiego.
Attenzioni espresse anche dalla pubblicistica cattolica la quale, nel rivendicare per la Chiesa un ruolo di primo piano nel sensibilizzare su questi temi, ribadisce la costante centralità della persona umana in tutto il processo, la salvaguardia della sua dignità e la necessità dell’inclusione.
7. Bibliografia
Turing, A. (1959). Computing Machinery and Intelligence. Mind, 433-460.
Horgan, J. (2016, gennaio 30). In memoria di Marvin Minsky, romantico della scienza. Tratto il giorno maggio 7, 2022 da le Scienze: https://www.lescienze.it/news/2016/01/30/news/ritratto_marvin_minsky-2948947/
Ardigò, A. & Mazzoli, G. (1986). Intelligenza artificiale. Conoscenza e società. Milano: Franco Angeli.
Hofstadter, D.R. & Dennel, D.C. (1985). L'io della mente. Milano: Adelphi.
Searle, J. R. (1986). Minds, Brains and Science. Harvard University Press.
Taulli, T. (2019). Artificial Intelligence Basics: A Non-Technical Introduction. Monrovia, CA, USA: Apress.
Il futuro è arrivato. (2019, dicembre). Aggiornamenti sociali, 805-806.
Quintarelli, S. (A cura di). (2020). Intelligenza Artificiale. Cos'è davvero, come funziona, che effetti avrà. Torino: Bollati Boringhieri.
Giovanni Paolo II. (2002, Giugno 26). Udienza generale. Tratto da https://www.vatican.va/content/john-paul-ii/it/audiences/2002/documents/hf_jp-ii_aud_20020626.html
Wojtyla, K. (1982). Persona e atto. Città del Vaticano: Libreria Editrice Vaticana.
Ferrari, M. A. (2022). Persona umana. Roma: Edusc.
Tridente, G. (2022). Anima digitale. La Chiesa alla prova dell’Intelligenza Artificiale. Todi: TAU.